La grafia di Martin Luther King si sviluppa in modo molto accentuato lungo l’asse verticale. Infatti, balzano immediatamente all’occhio gli slanci verso l’alto e verso il basso che caratterizzano il percorso del filo grafico.
Nello specifico, notiamo una preponderanza degli allunghi superiori ed inferiori che sembrano imprimere spinte centrifughe opposte ad un ‘io’ che si trova esattamente al centro: lo scrivente si trova a dover fare i conti con dei principi solidi inculcati nell’ambito familiare legati alle regole, alla morale, agli ideali, e restare contemporaneamente in ascolto delle sue pulsioni più profonde.
Ci troviamo di fronte ad un individuo guidato da passione e traboccante di energia che non disdegna di farsi guidare dall’istinto e dall’intuizione. Allo stesso tempo, però, questa spinta quasi atavica viene governata da un’inflessibilità ed un rigore che consentono di incanalare all’interno di un sistema normato il flusso dirompente dell’agire.
Se si osservano gli ovali, è evidente una certa variabilità delle loro dimensioni anche se poi, nel complesso, la grafia appare medio-piccola.
Questa peculiarità fa emergere una difficoltà che vive la persona nella percezione di sé : sempre in bilico tra due forze contrarie, Martin Luther King fatica a trovare una stabilità interiore, ma questo non gli è certamente di impedimento nel momento in cui stabilisce di portare a compimento i suoi progetti.
Il testo è proteso verso il vettore destro in maniera piuttosto marcata e questa caratteristica conferisce un ritmo cadenzato: c’è un impulso inarrestabile a cercare risposte con e per gli altri, un desiderio acceso di imboccare strade non ancora battute per scardinare il “vecchio” a favore del “nuovo”, un’esigenza di rendere accettabili le proprie idee affinché diventino il trait d’union tra passato e futuro.
La grafia sembra seguire il movimento alto-basso-destra e cioè “idea-concretizzazione dell’idea-sua divulgazione nell’ambiente, nella società”.
Emerge il profilo di un uomo che fa dei sogni il proprio motivo di vivere, ma non resta un pensatore astratto, anzi. Pur manifestando connotazioni di riservatezza del carattere, si getta nella “mischia” con intraprendenza pur di lasciare il segno. Numerosi sono gli elementi grafici che ci parlano della sua volontà ferrea e della sua abilità nell’imporsi: gli allunghi superiori tutti molto premuti, i tagli delle t, la buona tenuta del rigo unita alla già citata progressività.
Acutezza e concentrazione, ottime capacità mnemoniche, propensione all’ascolto e spiccato senso critico completano il suo profilo. Significativo il fatto che nella zona superiore le asole degli allunghi non siano particolarmente piene contrariamente alla zona inferiore nella quale invece accade il contrario: ulteriore riprova che Martin Luther King, pur possedendo un buon eloquio, non era un incantatore che vende fumo. Certamente gli stava a cuore diffondere il proprio pensiero, ma senza l’inganno di chi ricerca il consenso ad ogni costo e con qualsiasi mezzo. Ciò che lo indirizzava erano l’etica e la passione e per questo riuscì ad essere un innovatore, ma mai un trasgressore o un sovvertitore in senso stretto. Se osserviamo, infatti, il testo possiamo notare una tendenza contenuta alla personalizzazione il che favorisce la leggibilità, sottolinea grafologicamente le buone doti comunicative (chiarezza) e quindi l’aderenza ad un modello educativo che, per certi versi, sottrae il soggetto ad un richiamo verso comportamenti spiccatamente anticonformistici. Anche il margine superiore equilibrato denota rispetto per l’autorità senza sentirsi da essa soggiogato.
I ricci di avviamento presenti nella prima parola di quasi ogni rigo suggeriscono dei punti di contatto molto forti con il passato al quale Martin Luther King va ad attingere e ribadiscono lo stretto legame con la famiglia d’origine, quell’imprinting da essa ricevuto e che tuttavia non affievolisce la sete di conoscenza e sperimentazione.
La firma, infine, resta coerente con il resto del testo evidenziando la spontaneità di quest’uomo che non portava mai maschere sia nella sua immagine pubblica che nel privato.
Il messaggio è: si può rompere gli schemi senza infrangere le regole, appellandosi alla fermezza ed all’autenticità dei propri ideali.
© Chiara Santilio